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Tela, cartone, carta, legno, tappeti, muri, soffitti, e di nuovo tela, carta su tela, colori, schizzi, vernici, sabbia, giornali vecchi, carta da parati, timbri.

L'ultimo progetto che sto affrontando riguarda i timbri. Li costruisco e li uso sulle tele.

Hotel De Prati

Una delle più belle location che si possa desiderare. Sono stato benissimo, grazie ad Andrea Golfieri e tutto lo staff dell'albergo De Prati di Ferrara.

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Porta degli Angeli

993│012 e in mezzo nulla
3 > 17 marzo 2012

Presentata dalla RTA “Progetto Porta degli Angeli” in collaborazione con la Circoscrizione 1 del Comune di Ferrara, sarà inaugurata, alle 16.30 del prossimo sabato 3 marzo 2012 presso lo storico edificio ferrarese (Rampari di Belfiore, 1), la personale pittorica di Iosto Chinelli: “993│012 e in mezzo nulla”.

Il titolo lascia trasparire il significato e la logica che accompagnano l’allestimento, un trait d’union che collega, passando per una serie di “comparsate” – come le chiama lui, che non si prende mai troppo sul serio – la prima grande mostra, che si tenne nel 1993 (da qui il titolo), e l’allestimento odierno, che presenta una sorta di retrospettiva aperta al futuro, confidando che Chinelli continui ad aver voglia di creare per sé e per chi ama / lo ama.

Se si chiede a Iosto di parlare di sé, infatti, si ottiene soltanto una sintetica ma efficacissima inquadratura: “Non posso dirmi un pittore, a volte disegno su una tela, ma è solo un’opportunità espressiva. Niente ‘quadri’, nessun ‘artista’… se dovessi per forza in qualche modo definirmi, direi piuttosto che sono un ‘creativo’, e creo per far felice qualcuno, in primo luogo mia madre, poi tutti coloro che mi chiedono di vedere i miei di-segni. Non ho grandi progetti, se non quello di colorare superfici… Ci sarà molto colore e un po’ di bianco e nero”.

La voluta forma grafica, che spezza il lessema “di-segni”, apre alla poetica di Chinelli, fatta appunto di segni potenti e immediati, deformi e fantastici, che spaziano in sogni fatti di maschere primordiali, di animali acquatici, di campiture di colore potenti e simboliche.

Cosmopolita nel gesto, radicato nella sua città, dalla quale fugge e alla quale continuamente ritorna, questo sportivo che non è tale, questo “informatico, insegnante, facchino, cuoco, grafico disegnatore”, che non ha deciso ancora se esserlo per lavoro o per passione, o forse, piuttosto, ha saggiamente raggiunto la capacità di far coincidere le proprie passioni con il lavoro, ci accompagna in un viaggio che non sarà certo banale.

(Silvia Casotti, resp. comunicazione e uff. stampa RTA “Progetto Porta degli Angeli”)